La Storia

Il Ristorante ha segnato il traguardo di un lungo percorso, sempre migliorativo, iniziato nel 1969 con la gestione del bar e del bocciodromo in via Val d'Enza
La Storia
«La mia — spiega il cavalier Luciano — era una famiglia patriarcale. Eravamo mezzadri nel podere di Angelo Bonoretti, quello dell’industria conserviera. Quando ci è stato posto il problema di gestire l’attività in affitto o in alternativa di acquistarla, non se n’è fatto niente, e poiché le bocche da sfamare erano tante, ho preferito scegliere una strada per conto mio. All’epoca avevo trentacinque anni e a spingermi ad optare per un bar è stata mia figlia Marilena che frequentava la scuola media.

piatto Ristorante Prater
L’opportunità si è presentata con il bar collegato al bocciodromo che con l’aiuto di mia moglie ho iniziato quindi a gestire con molta volontà. L’inserimento nella realtà della borgata è stato totale tanto che, quando nella notte di Santa Lucia del 1976 si è sviluppato un incendio a causa di un corto circuito in un frigorifero, l’intera collettività della zona è venuta ad aiutarci a ripristinare il locale. C’erano gli uomini, le donne ed anche i bambini. Per ringraziarli, a lavoro terminato abbiamo offerto la cena a tutti, più di quaranta persone».

menu prater

Il locale, per la comunanza con l’impianto sportivo, era un punto di riferimento per numerosi santilariesi ed il lavoro non mancava anche perché, specialmente a mezzogiorno, vi si rivolgevano per uno spuntino, gruppi di operai della Sip, dell’Enel e di altre aziende ed alla sera anche gli atleti di società sportive.
«E’ stato quasi spontaneo per me iniziare a preparare per loro piatti caldi in alternativa ai panini — spiega il cavalier Luciano — e in breve il locale si è trasformato in trattoria con cucina tradizionale».



Ai fornelli erano la moglie Franca e la figlia Marilena, ai tavoli il figlio Gianfranco. Ristorante Prater da subito il nome: «E’ stata una scelta mia — racconta il figlio Gianfranco — un atto d’amore verso la squadra di calcio del cuore (l’Inter, che a Vienna aveva vinto la Coppa dei Campioni). Prater dunque per ricordare la grande ruota che è uno dei simboli di quella città».

Ottima cucina e ricerca della qualità caratterizzano da subito il locale e l’incremento costante del lavoro induce i gestori, alla scadenza contrattuale nel 1978, ad una decisione sofferta: la scissione del ristorante dalla gestione del bar e dell’impianto sportivo che sono stati assunti dalla società della Bocciofila. Si provvede a ristrutturare e ad ampliare gli ambienti, ed anche all’attività di ristorazione viene impressa una connotazione più ricercata pur mantenendola nei canoni della tradizione emiliana.

Chef Gianfranco Tinterri e la moglie Daniela

Nella cucina entra a pieno titolo anche Gianfranco dopo avere frequentato corsi di specializzazione professionali. E il 2 giugno 1982 per il capostipite Luciano la gradita sorpresa della nomina a Cavaliere al merito del lavoro con medaglia d’oro, a firma del Presidente della Repubblica Sandro Pertini e controfirmata dal Senatore Giovanni Spadolini.

Il 1987 segna una nuova fase conseguente all’apertura di una mensa aziendale in paese verso cui tende a spostarsi la clientela tradizionale. Luciano Tinterri si sente però pronto per dare maggiore impulso ad un locale di qualità e pertanto rinnova gli ambienti climatizzandoli, porta innovazioni alla cucina con piatti ricercati. Per il Prater è l’inizio di un successo che porterà alla necessità di nuovi spazi in un ambiente più confortevole ed elegante.

Sala interna climatizzata

Nel settembre del 1994 quindi l’apertura del nuovo ristorante dove la piazzetta MeFa sia apre a Via Roma. Un gruppo di otto dipendenti specializzati affianca i titolari nel nuovo locale elegante costituito da una sala grande in grado di ospitare fino a settantacinque persone, ed una saletta a taverna idonea per cene private e meeting. Alle pareti due grandi quadri in cui il pittore Nello Leonardi, cittadino onorario di Sant’llario d’Enza, ha immortalato un omaggio a Brugel e scorci del paese.

Tortelli Prater

Il giro della clientela si allarga anche all’estero perchè le più importanti guide specializzate del settore, “Michelin”, “Pirelli”, “Veronelli”, “Gambero Rosso”, “Touring”, “Bell’Italia”, evidenziano l’eleganza e la qualità culinaria del Prater.
Ottimi piatti attinti dalla tradizione, ma anche al pesce, ai funghi, al caviale e al tartufo, accompagnati da pregiati vini italiani e stranieri. I prezzi sono in linea con la qualità, spaziando quindi dalla fascia alta a quella media. I prodotti serviti sono scelti fra i migliori della tradizione emiliana ed italiana.
I vini fanno parte della cantina del Prater, ricca di oltre cinquecento etichette comprendenti produzioni pregiate italiane, europee ed anche extraeuropee. Distillati da tutto il mondo completano la possibilità di scelta.

La cantina del Ristorante Prater

Gianfranco per diletto si occupa di una acetaia di sei batterie, avviata venticinque anni fa. Una passione che gli ha meritato una medaglia d’oro fra i produttori dell’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia e la nomina ad Alfiere di zona per la Confraternita del settore. E aggiunge con orgoglio: «Oltre ai tanti premi vinti con i nostri piatti nei concorsi, abbiamo avuto anche il riconoscimento per la migliore carta dei vini dell’Emilia-Romagna».
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